Associazione Manal, il divario tecnologico è la nuova sfida

Un nemico subdolo questo coronavirus: è invisibile, ma ha la straordinaria capacità di incidere nella vita di tutti i giorni. Sa lasciare il segno. Uno degli effetti collaterali che ha prodotto la pandemia ad esempio è stato quello di rendere evidente e allargare ulteriormente il gap digitale tra le diverse fasce della popolazione. Una delle Associazioni che più in questo momento sta cercando di colmare quel gap è Manal Insieme per l’integrazione, in prima linea per l’integrazione di donne e bambini, nella scuola e nel territorio, in particolare nel contesto del quartiere Vallette di Torino. Da sempre tra i suoi principali obiettivi c’è quello di promuovere l’autonomia dei migranti, con particolare riferimento alle donne straniere ed ai loro figli. Una sfida che necessariamente ora passa anche attraverso l’uso di strumenti e canali digitali. 

La presidentessa di Manal, Valeria Poma, racconta così questi giorni così particolari: “Come tante associazioni che si appoggiano all’azione di volontariato di persone non più giovanissime, nella prima fase di questa emergenza abbiamo avuto qualche difficoltà a garantire il proseguimento dell’attività. La maggior parte dei nostri volontari ha oltre 65 anni quindi un primo scoglio che abbiamo dovuto affrontare è stato fare il passaggio al digitale. Devo dire però che la risposta è stata immediata e in tanti hanno imparato in fretta così da poter essere subito di aiuto. Prima dello scoppio dell’emergenza eravamo una ventina, ora siamo in 12: i nostri numeri sono piccoli, ma così riusciamo lo stesso a offrire un’attenzione individuale alle persone che seguiamo. Al momento nel nostro programma ci sono 10 adulti che si stanno preparando agli esami di licenza media e 15 che stanno seguendo corsi di prima alfabetizzazione di italiano”. 

Poma poi affronta un’altra problematica con cui si è dovuta scontrare l’azione dell’Associazione Manal: “La nostra utenza purtroppo è tecnologicamente sprovveduta, nel senso che ha pochi device a propria disposizione. Spesso una famiglia ha solo uno smartphone e quello deve bastare per tutti, anche ai figli che devono continuare la didattica a scuola. Ovviamente in queste condizioni i giga per navigare si esauriscono in fretta. Questo sta diventando un problema persistente per molte famiglie. Un problema grave”. La presidentessa spiega quali azioni sono state prodotte per cercare in qualche modo di aggirarlo: “Non potendo ovviamente fare incontri di persona e non potendo nemmeno pensare di organizzare delle videoconferenze causa appunto i pochi giga a disposizione, abbiamo aperto un canale Youtube in cui carichiamo delle lezioni. È un modo anche per continuare a dare un volto alla nostra attività. Un altro strumento che utilizziamo è Whatsapp: lo sfruttiamo non solo per mandare video, ma anche lezioni e compiti in formato pdf; le persone che noi seguiamo poi ci rispondono con la foto dei loro elaborati per la correzione. Molte volte capita che le correzioni siano commentate anche telefonicamente, cosa che ci permette di spiegare meglio cosa si è eventualmente sbagliato”. Frequente poi anche l’intervento dell’associazione per dare una mano alle famiglie con lo svolgimento dei compiti dei figli. Sempre Poma rivela: “Stiamo facendo anche quello, soprattutto con la matematica che ci siamo accorti essere la bestia nera per tanti”.

Non solo didattica, però. Manal in questi giorni sta offrendo un aiuto anche in altri modi. Poma racconta: “Stiamo collaborando attivamente, seppur a distanza, per la consegna dei pacchi alimentari. Noi raccogliamo le esigenze della nostra utenza e cerchiamo di favorire la distribuzione che vogliamo più celere possibile. Per questo diamo il nostro aiuto anche per la compilazione dei buoni spesa del comune. Un servizio ancora più essenziale se si considera che sul nostro territorio, il quartiere Vallette, la distribuzione degli aiuti alimentari registra tempi infiniti, ancor più che in altre zone. Qui siamo alla periferia della periferia”. Ancora la presidentessa: “Anche in questo caso abbiamo realizzato un video Youtube, usando dei cartelloni per le spiegazioni visto che è rivolto per lo più a persone che magari non conoscono la nostra lingua e che, in difficoltà, hanno bisogno di una guida. Per la nostra associazione questa diversificazione dell’attività comunque non è una grande novità, dal momento che è nata come momento aggregativo e inclusivo. La nostra volontà è da sempre quella di essere un punto di riferimento sul territorio”.

Chiude infine Poma: “Non credo che sarà possibile riaprire nel breve, anche perché il nostro spazio è piccolo. Difficile poter rispettare le distanze. Spero però che nei prossimi mesi l’attenzione si sposti sul modo in cui cercare di colmare il gap tecnologico esistente. Serve necessariamente un lavoro di implementazione, altrimenti le distanze tra le fasce di popolazione aumenteranno”

 

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